Salve a tutti. Rieccomi. No non temete non è l'inizio del processo della mia riesumazione politica, sto bene dove sto, nel mio oltretomba dalla politica attiva, ci vorrebbe qualcuno da Nazareth o giù di lì per resuscitarmi. Non siate, dunque, inquieti. Voglio solo condividere un pensiero, che nasce da alcuni fatti di cronaca politica nazionale, ma che ha ricadute evidenti nel nostro vissuto locale quotidiano.
Mi riferisco alle esternazioni del ruspante Salvini, caporione della Lega Nord, in tema di ROM. Sostanzialmente ha dichiarato di voler abbattere i campi nomadi in Italia, e di pretendere che questi inizino a uniformarsi alla legge italiana, smettendo le loro attività delinquenziali. Ovviamente l'ha detto a modo suo, assai poco pacato, molto populisticamente e tra il truce e il triviale. Ovviamente, sopratutto da sinistra, o presunta tale, si sono levati cori indignati, bollando il Salvini di populismo xenofobo troglodita, condendo il tutto con pietismo verso i nomadi in generale. Il problema, però, c'è, e Salvini, pur discutibilmente lo fa suo e fa suo il sentimento di malessere vero di tanta parte degli Italiani, sopratutto delle fasce economicamente, socialmente ed anche culturalmente più deboli, quelle di cui, un tempo, la Sinistra si poneva il problema di emancipare e di rappresentare e che, invece ha progressivamente, ben prima del renzismo (cui non possiamo dare anche questa colpa), lasciato a se stesse, preda ora del leghismo becero o meno, di destrorsi vari, della grande illusione berlusconiana, di pulsioni fascisteggianti e buon ultimo del grillismo - cui non so affiancare un aggettivo dispregiativo, ritenendo il termine "grillismo" sufficiente a qualificare la bassa opinione che ho di quest'ultimo fenomeno. La Sinistra di salotto più che di lotta, obliata da un ipocrita perbenismo, il problema di aver perso questa parte d'Italiani sembra non porselo, ma sopratutto sembra non porsi il problema di comprenderne i problemi. O così pare a me, ascoltando la Boldrini e qualche altro triste figuro. Anche nel nostro piccolo che ci sia un problema "sicurezza" reale o percepito è, comunque, evidente. 10 anni fa, durante una campagna elettorale, con i compagni di avventura di allora, facemmo un sondaggio tra i miresi chiedendo le loro priorità, la sicurezza fu la prima risposta della stragrande maggioranza. Oggi, nostri cittadini si autorganizzano in gruppi di presidio del territorio.
Che spesso la criminalità sia connessa all'immigrazione straniera, non è negabile, è ovvio che in un contesto di crisi le fasce deboli e anche chi viene in un paese e ne viene marginalizzato è fascia debole, più facilmente cadrà nel giro della criminalità organizzata o meno, vale per tutti. E' vero anche, però, che c'è chi qui ci viene apposta a delinquere, ed è vero anche che la microcriminalità è spesso legata ai gruppi nomadi. Or bene se l'assioma nomade=delinquente è da rigettare, perché vorrebbe dire categorizzare dei gruppi umani, è anche vero che statisticamente in seno a questi gruppi (che d'altronde non hanno fissa dimora, ne occupazione, sono refrattari- per essere teneri - ai processi di loro stabilizzazione, che pure ci sono stati e sono costati non poco al contribuente) il fenomeno di attività micro (e macro) criminale non è affatto secondario e, ritengo, non adeguatamente gestito.
E tale problema non può che essere affrontato con la prevenzione (eliminare le cause) e con la repressione (perseguire chi delinque). La prevenzione, tramite l'obbligo di scolarizzazione, di inserimento al lavoro, di rispetto delle regole fiscali etc etc, deve rendere parte attiva della nostra società tali gruppi, e ciò deve essere preteso (ossia vuoi i diritti - protezione, sanità...DEVI contribuire anche TU), la repressione deve vedere la certezza di punizione dei reati, per essere vero deterrente, la percezione che per questi reati ci sia una sorta di impunità per certi gruppi, giusta o sbagliata che sia c'è, talvolta le pieghe della nostra giurisprudenza creano queste sacche, dove davvero chi ci si sa muovere crea delle zone franche. E a quel punto appare che le regole valgano solo per alcuni (gli sfigati) e non per altri (i furbi).
Se poi questo si trasforma in uno stranieri contro italiani, abbiamo creato il terreno fertile per xenofobi vari. Affinché certe idee grigie non attecchiscano, ci vogliono regole certe e chiare, rigore e buon senso nell'applicarle, Insomma uno Stato che funzioni. davvero. Sin dalla dimensione Comunale.
Che spesso la criminalità sia connessa all'immigrazione straniera, non è negabile, è ovvio che in un contesto di crisi le fasce deboli e anche chi viene in un paese e ne viene marginalizzato è fascia debole, più facilmente cadrà nel giro della criminalità organizzata o meno, vale per tutti. E' vero anche, però, che c'è chi qui ci viene apposta a delinquere, ed è vero anche che la microcriminalità è spesso legata ai gruppi nomadi. Or bene se l'assioma nomade=delinquente è da rigettare, perché vorrebbe dire categorizzare dei gruppi umani, è anche vero che statisticamente in seno a questi gruppi (che d'altronde non hanno fissa dimora, ne occupazione, sono refrattari- per essere teneri - ai processi di loro stabilizzazione, che pure ci sono stati e sono costati non poco al contribuente) il fenomeno di attività micro (e macro) criminale non è affatto secondario e, ritengo, non adeguatamente gestito.
E tale problema non può che essere affrontato con la prevenzione (eliminare le cause) e con la repressione (perseguire chi delinque). La prevenzione, tramite l'obbligo di scolarizzazione, di inserimento al lavoro, di rispetto delle regole fiscali etc etc, deve rendere parte attiva della nostra società tali gruppi, e ciò deve essere preteso (ossia vuoi i diritti - protezione, sanità...DEVI contribuire anche TU), la repressione deve vedere la certezza di punizione dei reati, per essere vero deterrente, la percezione che per questi reati ci sia una sorta di impunità per certi gruppi, giusta o sbagliata che sia c'è, talvolta le pieghe della nostra giurisprudenza creano queste sacche, dove davvero chi ci si sa muovere crea delle zone franche. E a quel punto appare che le regole valgano solo per alcuni (gli sfigati) e non per altri (i furbi).
Se poi questo si trasforma in uno stranieri contro italiani, abbiamo creato il terreno fertile per xenofobi vari. Affinché certe idee grigie non attecchiscano, ci vogliono regole certe e chiare, rigore e buon senso nell'applicarle, Insomma uno Stato che funzioni. davvero. Sin dalla dimensione Comunale.