In questi giorni di pre-voto, ho discusso molto con molti, sull'importanza di esprimersi alle elezioni. Ma è un dato di fatto che l'astensione stia diventando ormai molto consistente. I motivi di chi non vota sono molteplici e molti comprensibili. Ma non per questo condivisibili nella conseguenza: il non voto appunto. Dire non voto perché sono deluso, o sono tutti uguali, fanno tutti schifo, tanto non serve a niente, è il modo migliore di fare un favore alla cattiva politica, meno votano, meno s'impegnano, più si facilita la vita ai mediocri, ai cialtroni, ai maneggioni, che così possono ancor meglio manovrare il consenso a proprio favore. Favorisce gli estremisti, quelli che coltivano nicchie d'odio, motivandole, se votano in meno, meno voti contano di più. E c'è chi in questo sguazza. Prima del fascismo in Italia, c'era sfiducia nella politica, vista come inetta e corrotta, movimenti populisti nazionalisti che vedevano nella guerra "l'igiene del mondo" e personaggi di "spettaccolo" che arringavano le folle contro le istituzioni (all'epoca era D'annunzio - oggi...), così quando arrivò chi disse che la democrazia e le sue forme non servivano più, fu salutato come un liberatore. E sappiamo come finì. Oggi la situazione non è così diversa, ma più subdola. All'orizzonte non c'è certo nessun uomo dal balcone, ma gruppi di potere e oligarchie che nello scredito della democrazia, nell'abbandono dei cittadini delle sue istituzioni, ci stanno investendo, usando molti strumenti, favoriti anche dalla grettezza di buona parte della classe politica. E' un processo iniziato da qualche anno, per qualcuno dal triste 1992, ma che sta raggiungendo il suo parossismo.
Se non vogliamo trovarci in una democrazia di facciata, dobbiamo fare la fatica d'informarci, di farci un'opinione e di esprimerla nel voto. Non lasciarci irretire da chi blandisce la nostra pancia o la nostra rabbia, da chi parla per frasi fatte, di chi si trincera in un vuoto assemblearismo e non sa prendere decisioni. Certo spesso chi fa discorsi complessi o franchi ci annoia e indispettisce, così come chi cerca di mettere in pratica le proprie convinzioni, ma sono quelli che ci servono. Se sono malato non cerco da un medico che mi dia un'aspirina e mi rassicuri, ne voglio uno che mi dica le cose come stanno e mi dia la cura giusta, anche se dolorosa. Ecco perché anche alle elezioni non cerchiamo i pifferai, ma i competenti.
Sarò prosaico, ma quando uno ti dice vota col cuore, in realtà spera tu voti con la pancia, e fatalmente si finisce a votare... coi piedi!
Quando si vota, si vota con la testa. L'astensione non è un segnale, è solo regalare il peso del tuo voto a qualcun altro.