Torno dall'aldilà politico riapparendo per puntualizzare una questione che mi riguarda direttamente. Nei giorni scorsi ho appreso dell'assoluzione di Paolo Dorigo, sindacalista Cobas, dall'accusa di interruzione di pubblici uffici, per via di un Consiglio Comunale un po' movimentato nel 2012 (!) in occasione della questione dell'occupazione di alcuni locali comunali da parte di una famiglia di immigrati. Dal Marocco mi pare, ma non è questo l'importante. Comunque rimando agli articoli di stampa sotto riportati per ricostruire la vicenda. Per la questione intervenne anche quel gran pezzo di storia televisiva che fu la trasmissione "Quinta Colonna". All'epoca ero consigliere, presente alla seduta, fui successivamente sentito dalla Digos. Dopo anni fui convocato lo scorso anno a testimoniare al processo. Sostanzialmente dissi che il Dorigo c'entrava poco nel confusione che portò alla sospensione della seduta del Consiglio, c'era sì calca e confusione, come in altre occasioni del resto, ma fu la gestione della Presidenza a rendere non proseguibile la seduta. Fu permessa interlocuzione tra i consiglieri e chi era oltre la balaustra dell'emiciclo, senza, però, che questi fossero ammessi a parlare (bastava lasciar fare un intervento come in altri casi...) più volti chiesi di sospendere per trovarci come capogruppo e raddrizzare la situazione e più volte suggerii l'estrema ratio della seduta a porte chiuse. Nulla. Nessuna capacità di reazione, nessuna volontà di ascolto - l'ignoranza e i preconcetti rendevano la Presidenza diffidente di me - che cavolo d'interessi avrei avuto a dare suggerimenti balzani? Boh! Inoltre fu di fatto lasciata in balia del pubblico la referente del settore politiche sociali, vero obbiettivo della protesta. Potei solo mettermi al suo fianco, per farle sentire almeno vicinanza fisica. Scrivo questo perché leggo sulla Nuova una ricostruzione che in quanto testimone, pur non venendo citato nominalmente, sarei stato "smontato" dall'avvocato della difesa. Al di là che non ricordo nemmeno se mi abbia rivolto domande, ricordo solo una certa stizza alle mie risposte del PM e della sig.ra Giudice, che erano del tenore di cui sopra, e perché sostanzialmente affermavo che il Dorigo poca parte aveva avuto in quella confusione. La stampa giustamente ha ignorato la mia deposizione - ringrazio quando si riesce a evitarmi esposizione mediatica, ma gradirei anche mi rendesse in questa, e in altre occasioni, la cortesia di una ricostruzione coerente dei fatti. O per lo meno delle mie parole.
Rassegna stampa Veneto - Giovedì, 05 aprile 2018
Proteste in Consiglio, assolto Paolo Dorigo. Il sindacalista aveva sostenuto gli occupanti di alcuni alloggi Ater
MIRA - Caso degli alloggi Ater chiusi e occupati in via Borromini, a Mira: il Tribunale di Venezia assolve Paolo Dorigo dall'accusa di interruzione di ufficio per gli scontri avvenuti in consiglio comunale. Il fatto risale all'ottobre del 2012 quando in consiglio, durante la discussione sul concetto di acqua come bene comune, intervennero alcune famiglie indigenti, anche extracomunitarie, con figli piccoli, accompagnate dal sindacalista Paolo Dorigo. Il gruppo chiese all'allora sindaco pentastellato Alvise Maniero di ripristinare l'acqua nelle unità occupate. Al centro del contendere alcuni alloggi chiusi ed inagibili in via Borromini, che richiedevano diverse manutenzioni. In municipio scoppiò un'accesa discussione, l'assemblea fu sospesa per oltre un'ora. Dorigo fu denunciato per interruzione di pubblico ufficio. Nei giorni scorsi il giudice del Tribunale di Venezia, Sonia Bello, ha assolto il sindacalista dall'accusa legata alle proteste sorte durante l'assemblea. Nel corso degli ultimi due anni sono stati sentiti diversi testimoni dell'accusa e della difesa (il Comune di Mira si costituì parte civile). Nel corso dell'ultima udienza è stato ascoltato l'ex consigliere di Mira fuori dal Comune Mattia Donadel, il quale ha fatto presente che la sospensione del consesso, a suo parere, era stata determinata da una incapacità di gestione da parte della presidente del consiglio. Alla luce degli ultimi elementi, anche il pubblico ministero ha chiesto il proscioglimento dell'imputato. Il giudice ha assolto Dorigo. (L.Gia.) IL GAZZETTINO - Giovedì, 05 aprile 2018
Secondo il tribunale di Venezia non ha interrotto il consiglio comunale di Mira. Il sindacalista dello Slai Cobas protestava contro il taglio d'acqua a 5 famiglie
MIRA - La protesta in consiglio comunale a Mira di Paolo Dorigo referente del sindacato Slai Cobas era legittima, non si è trattato di interruzione ai pubblici uffici ma di un legittimo esercizio del diritto di critica politica. A sentenziarlo è stato ieri il Tribunale di Venezia con il giudice Sonia Bello. La protesta si era tenuta la sera del 9 gennaio 2013 nella sala consiliare del municipio. Dorigo era intervenuto in Consiglio mentre si discuteva dell'acqua come bene comune. «Proprio mentre si discuteva di questo tema», spiega Dorigo, «in via Borromini il Comune, all'epoca con il sindaco Alvise Maniero, aveva disposto la chiusura dell'acqua potabile. Protestavamo perché il Comune aveva lasciato senza luce e acqua ben cinque famiglie indigenti. Come manifestanti ce ne andammo solo alle 2 dopo vari interventi e un dibattito, senza che Maniero avesse accettato in alcun modo in quella sede, neppure la proposta, giratagli dal capogruppo Pd, di una assemblea al Parco di via Borromini che portasse alla verifica dello stato della palazzina». Per questa protesta era scattata la denuncia per interruzione di pubblici uffici. Ieri il giudice del Tribunale di Venezia, ha assolto l'imputato al termine del processo, svoltosi in due anni, dopo aver sentito i testimoni dell'accusa e della difesa, patrocinata dall'avvocato di Padova Emanuele Zanarello. Durante l'ultima udienza, è stato sentito l'ex consigliere comunale di "Mira fuori dal Comune" Mattia Donadel il quale ha fatto presente secondo Slai Cobas, che la sospensione del consiglio comunale a suo parere era stata determinata dalla incapacità di gestione da parte della allora presidente del Consiglio comunale Serena Giuliato, del Movimento 5 Stelle. «Nell'udienza precedente i testimoni dell'accusa», spiega lo Slai Cobas, «sono stati smontati dall'avvocato Zanarello, che ne ha fatto emergere le contraddizioni». All'ultima udienza lo stesso pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste. Il pm ha anche prodotto il volantino distribuito in consiglio e fatto oggetto di indagini penali della Digos avviate su richiesta del Comune di Mira, che non si è costituito poi parte civile. «Il pm», spiegano il sindacato e l'avvocato Zanarello, «ha richiamato esplicitamente l'art. 51 del Codice penale (diritto alla critica politica) oltre ad aver rilevato che non vi era stata invasione dell'emiciclo del Consiglio, che nulla è emerso nel merito a carico di Dorigo. Ha valutato il valore morale dell'impegno politico e sociale dell'imputato ed ha concluso chiedendone l'assoluzione». (Alessandro Abbadir) LA NUOVA VENEZIA - Giovedì, 05 aprile 2018