mercoledì 12 agosto 2015

La Riviera non esiste. I cittadini rivieraschi sì

Ad oltre un mese dal tornado che ha colpito la Riviera del Brenta, continua lo sforzo di solidarietà tra i cittadini per raccogliere fondi per la ricostruzione. Ovviamente infuriano le polemiche per la lentezza delle istitituzioni e per l'ammontare dei soldi che queste metterenno a disposizione del territorio - sempre troppo pochi. Forte discussione e amarezza tra i rivieraschi ha suscitatao la scarsa attenzione che i media nazionali hanno dedicato all'evento, rapidamente scivolato in secondo piano e poco raccontato, specie se paragonato al nubifragio avvenuto qualche giorno fa a Firenze. Qualcuno ha imputato a Renzi, fiorentino, anche questa colpa. In realtà è ovvio che qualcosa che avvenga  a FIRENZE, faccia comunque più notizia di qualcosa che avvenga a Pianiga, Dolo o Mira. Non me ne vogliano i cittadini di queste meravigliose cittadine che amo, Mira è stata a lungo la mia patria, Dolo m'ha dato i natali e a Pianiga ci abitano molti vecchi amici e una delle ragazze più belle che abbia mai conosciuto, ma FIRENZE è FIRENZE, Dolo, Pianiga e Mira restano Dolo, Pianiga e Mira. E sì, perché il tornado non ha colpito la Riviera del Brenta, che non esiste, ma questi tre comuni. Che non esista la Riviera lo dimostra anche l'impossibilità (o l'incapacità) delle tre amministrazioni di fare fronte comune e adottare, per esempio un unico sistema per l'erogazione dei fondi raccolti ai cittadini colpiti dalla calamità. A seconda del comune in cui abiti, avrai un trattamento diverso. Rischi, nella sfiga di essere colpito da un tornado, di essere ulteriormente sfigato se risiedi in un comune piuttosto che in un altro, trovandoti magari penalizzato dai criteri scelti dalla tua amministrazione. E lo dimostra il fatto che i tre comuni non siano riusciti a creare un coordinamento unitario, nominando un porta voce unico, che parlasse per tutte e tre le amministrazioni. Certo, ci fosse stata una Città della Riviera, una comunità di quasi 100mila persone, beh, l'eco sarebbe stato diverso, e il trattamento per i cittadini sarebbe stato almeno unitario. Senza figli e figliastri. E che non esiste la Riviera lo dimostra il fatto che eletto il sindaco di Dolo nel consiglio della città metropolitana, Mira pianga di non sentirsi rapprensentata, non essendoci un "mirese" in consiglio mentropolitano, segno che i comuni della riviera, non hanno saputo/voluto coordinarsi sul tema, esprimendo una posizione unitaria (orbene, ricordo che in fase di avvio dibattito metropolitano, quando nell'altra vita ero ancora consigliere comunale, stigmatizzai il fatto che quelli rivieraschi erano gli unici comuni che non erano riusciti a darsi una posizione unitaria sul tema). Mi si permetta una digressione sul tema:
- il PD piange l'assenza di un mirese - peggio per voi, sarebbe stato più intelligente accettare la proposta di Brugnaro di una lista unitaria, non l'avete voluto fare, inoltre, la guerra totale che avete ingaggiato col nuovo sindaco di Venezia, pare figlia dell'astio per la sconfitta e finirà per spingere sempre più a destra un sindaco che così a destra in partenza non era. Ps: rassegnatevi Venezia potrete rigiocarvela fa 10 anni.
- il Sindaco di Mira piange l'assenza di un mirese - cassato il candidato Pieran, se la prende con i penta stellati astensionisti. Peggio per lui, a questo porta l'aver sfranto, insieme a qualche amico suo, i cosidetti, in fase di dibattito preliminare sulla città metropolitana, dicendo che Venezia metropolitana era inutile, dannosa, una espropriazione di sovranità, surrettiziamente fascista. Alla fine ha convinto i suoi, che logicamente sono stati a casa, non volendo entrarci in un roba del genere. E peggio per lui bis, a questo porta il settarismo, il non creare rapporti anche con le minoranze e i vicini, gli altri son tutti "sporchi" ma poi fanno comodo se servono i voti. Una strategia intelligente avrebbe lanciato una "alleanza mirese" per portare a casa una rappresentanza nel consiglio metropolitano, cosa che un comune di quasi 40mila abitanti merita.
Ecco tutto questo dimostra che la Riviera del Brenta non esiste, ecco perché la Riviera del Brenta non fa notizia, nemmeno se colpia da una calamità eccezionale. Ma esistono i suoi cittadini, che si aiutano, spontaneamente, si parlano, si coordinano, si arrabbiano, si inventano, si informano, si mettono in discussione, si tirano su le maniche. Ecco questi cittadini si meriterebbero davvero, non una città più grande, ma una Grande Città, la grande città della Riviera del Brenta.

lunedì 3 agosto 2015

Bilancio 2015 - dal Sindaco solo finzioni di dialogo

Dal nostro consigliere comunale Roberto Marcato:

"Il consiglio comunale sul bilancio 2015 è stata un’occasione perduta, per colpa del sindaco che ha assunto un atteggiamento sprezzante, facendo saltare la possibilità di approvarlo all’unanimità. Eppure l’aria che si respirava all’inizio era quella di una disponibilità dei consiglieri di minoranza, a contribuire in modo costruttivo al varo del bilancio, in un momento di grande difficoltà del nostro territorio e dei nostri cittadini. Anzi sembrava il clima di grande solidarietà che aveva caratterizzato il consiglio del 16 luglio, dedicato al tornado, ed aveva portato ad approvare un documento di impegni  all’unanimità. Non c’erano state allora né polemiche né strumentalizzazioni, e così sembrava anche sul bilancio, se il sindaco non avesse rovinato la festa.
L’entità del bilancio si presenta molto più corposa del passato, in virtù del nuovo sistema contabile, passando dai complessivi 37 milioni di euro dello scorso anno ai 52 milioni del 2015, anche a fronte dell’avanzo del 2014, di quasi 6 milioni di euro. La differenza non è tutta spendibile, ma un po’ di ossigeno in più ce n’è. A questo va aggiunta la possibilità di uscire dal patto di stabilità per l’”emergenza tornado” per 1,2 milioni di euro, che arriverà a giorni.  Ad esempio i mutui: ci sarebbe lo spazio per farne fino a oltre 2 milioni, contro i 600.000 messi a bilancio. Così come dei 5,8 milioni di avanzo ne sono stati messi a disposizione per la spesa corrente solo 211.000 e qualcosa per investimenti, ma la maggior parte sono stati vincolati (quindi non utilizzabili)  in modo esagerato. Perciò ho proposto, una volta approvato il bilancio, di valutare l’opportunità nel futuro immediato di fare una manovra correttiva più coraggiosa, ragionamento condiviso anche da altri consiglieri. La risposta del sindaco è stata di una chiusura totale e sprezzante, facendo mancare qualsiasi spazio di dialogo.
Sull’emergenza tornado è andata, se possibile, ancora peggio. Nel consiglio comunale di quindici giorni fa avevamo deciso all’unanimità, tra le altre cose, di mettere in atto misure rapide per andare incontro alle esigenze dei cittadini colpiti dal tornado. Sul conto corrente del comune stanno affluendo le donazioni che devono essere messe a disposizione celermente, per chi ne ha bisogno. E per fare questo e stata prevista un “comitato” (da me proposto) per la  gestione ed il controllo dei fondi, presieduto da una personalità indipendente, per garantire massima imparzialità e trasparenza. Dopo quindici giorni nulla è stato fatto e sorge il sospetto che il sindaco, passata la grande ondata di solidarietà, se la stia prendendo comoda. I fondi delle donazioni finiranno in un capitolo del bilancio, anziché costituirne uno ad hoc, che sarebbe stata la soluzione migliore e più verificabile. Del comitato, che si poteva costituire in due giorni non c’è traccia. Le donazioni sono già affluite in quantità significativa ma sono in attesa che vengano definiti i criteri per l’assegnazione, che sembra  stia valutando il sindaco, non si sa bene con chi. Non erano questi gli impegni: bisogna fare presto e bene, i cittadini non hanno tempo di aspettare e non possiamo  permetterci i tempi lunghi  della burocrazia “romana”, che giustamente critichiamo. Io non sono disposto a permetterlo!"