Il tema è caldo e ormai il dado è tratto. Parlo del cambio
di sistema raccolta differenziata a Mira, con l’estensione del sistema “porta a
porta” su tutto il territorio comunale. Scrivo della questione per fare alcune
doverose precisazioni, essendo stato tirato in ballo da più amici e conoscenti
miresi e limitrofi, sia per motivi diciamo “politici” che professionali, non
essendo un segreto che di mestiere faccio il “geologo scoasser”. Preciso quindi, che:
- immagino che il lutto non si ancora stato elaborato da tutti, ma NON sono PIU’ consigliere comunale a Mira da due anni passati, c’è ancora chi mi attacca il discorso con “ti che ti xe in consiglio comunal…”
- La scelta di estendere il porta a porta è stata fatta da QUESTA amministrazione comunale e NON da VERITAS, che anzi avrebbe esteso il sistema dei cassonetti a calotta, che sta dando ottimi risultati in tutti i comuni veneziani che hanno adottato il sistema.
Ciò detto, a questo punto ribadisco la mia posizione, già
espressa a suo tempo quando ero in consiglio. Ritengo che tale scelta dell’amministrazione
sia stata errata, poiché frutto di una posizione ideologica, basata su una
conoscenza parziale del tema “sistema di gestione rifiuti”, che non ha
minimamente considerato la base di conoscenza del sistema esistente, ma che ha
preferito adottare anima e corpo il sistema che era stato assurto a modello dal
M5S, il famoso modello “VEDELAGO”. Orbene quel modello, di cui chi scrive ha
spesso evidenziato delle lacune, ha portato il CENTRO RICICLO VEDELAGO al
fallimento a dimostrazione che non è tutt’oro quel che luccica, ciò nonostante,
l’amministrazione di Mira non ha fatto una piega, non ha ritenuto di porsi delle
domande in merito ed è andata avanti. Oltre a questo l’amministrazione mirese,
come molti per altro, è preda del pensiero unico sulle raccolte differenziate,
frutto per altro di anni d’indottrinamento mediatico, ossia che il “porta a
porta” sia L’UNICO sistema che possa garantire una buona differenziata. In
realtà non è affatto così, i casi di studio sono moltissimi, molti sono i
sistemi efficaci per conseguire l’obbiettivo di una alto livello di riduzione
dell’indifferenziato, stradali, domiciliari, misti. Non esiste un modello
unico, ogni realtà urbana ha le sue caratteristiche, e il sistema di raccolta
va costruito in relazione alla situazione urbanistica-socioeconomica-demografica
di un territorio, non che alla disponibilità impiantistica. Il gruppo Veritas
ha l’indubbio vantaggio di poter governare la filiera dalla raccolta al
recupero, applicando il mix più efficace tra sistema di raccolta e gestione
recupero (nel sistema Veritas convivono più modelli di raccolta, segno inequivocabile
di pragmatismo) elemento di grande pregio, e grandissimo vantaggio, che i
comuni non colgono, però. Nel caso
mirese, l’esperienza maturata in comuni limitrofi, molto simili a Mira,
dimostra l’efficacia del sistema a calotta. E su quella strada concretezza e
pragmatismo avrebbero dettato di lavorare. Qui sta appunto un’altra questione.
Io credo che i comuni dovrebbero dare al gestore obbiettivi di raccolta e di
costo, indirizzi, magari anche tempistiche, la gestione operativa, le scelte
tecniche devono essere lasciate al gestore, che in quanto tale ha cognizione
delle ottimizzazioni e delle possibili migliorie, se non c’entra gli obbiettivi
ne selezioni un altro. Purtroppo, invece, troppo spesso i comuni, si arrogano
una competenza tecnica che non hanno e che una legge non ben scritta pare
comunque riconoscerli, generando spesso gestioni schizofreniche o diseconomiche
dei sistemi di raccolta.