Venerdì 28 Settembre 2012
Corriere del Veneto
Corriere del Veneto
Città metropolitana Il Consiglio ieri sera ha dato parere negativo, ma il Comune farà parte del nuovo ente
Maniero pronto a guidare i no della Riviera
Maniero pronto a guidare i no della Riviera
Monica Zicchiero
MIRA - Un pubblico delle grandi occasioni col sindaco di Dolo Maddalena Gottardo a sostenere il no politico del primo cittadino Alvise Maniero, i rappresentanti del Comitato Mira Protagonista nella Città Metropolitana a fare il tifo per la mozione di Pd, Pdl e Noi per Mira e i supporter dell'ordine del giorno di Mattia Donadel, capogruppo di Mira Fuori dal Comune che critica «la deriva democratica» e rivendica la necessità di una adesione dal basso.
Che la città fosse divisa sull'adesione alla Venezia metropolitana si è visto ieri in consiglio comunale con tre ordini del giorno diversi sullo stesso tema. Anche perché la maggioranza ha cambiato l'ordine del giorno all'ultimo momento e il documento presentato ai capigruppo ieri sera non era più lo stesso e richiamava le delibere adottate da Dolo e Musile. Molto rumore per nulla, ammette lo stesso sindaco Alvise Maniero: «Ogni delibera è inutile, non abbiamo facoltà di scelta. Quello che possiamo esprimere è solo un parere». E la maggioranza Cinque Stelle è del parere che questa Città Metropolitana sia «un'assurdità, un assegno in bianco ad Orsoni visto che la cornice normativa conferisce a Venezia un potere innegabile». E lì che 5 Stelle lavora ai fianchi e infatti mercoledì il Consiglio ha approvato la mozione per chiedere la modifica della Legge Speciale in modo che dia benefici e soldi anche ai Comuni di gronda come Mira. Il resto è un giudizio politico, il no di Mira all'adesione è una critica alla legge «che non parte dai contenuti, dall'iniziativa dei territori di mettersi insieme per gestire al meglio i servizi, coordinarci e comprimere i costi. Altrimenti avremmo una grande speranza nella Città metropolitana - spiega Maniero - ma non questa Città Metropolitana».
Tecnicamente, nonostante il voto contrario, anche Mira entrerà nell'organismo e lo farà col peso della sua posizione critica, sarà nell'opposizione assieme ai sindaci della Lega e della mozione di minoranza del Pdl e si sta guadagnando un posto di rilievo del futuro Consiglio metropolitano dei 12 sindaci: «Sarà Alvise il nostro sindaco per la Riviera - lo ha incoronato la Gottardo - E' in gamba, sensibile e pulito». Eppure per Pd, Pdl e Noi per Mira il nuovo ente è un'opportunità da cogliere rivendicando elezione diretta, parità di voto e uno status speciale della Riviera in materia di trasporti, urbanistica, sanità con tanto di trasferimento di uomini e risorse dalla Città Metropolitana. «Ma se non si aderisce allora è coerente non partecipare neanche allo Statuto», suggerisce Alessio Bonetto di Noi per Mira. «Da un movimento ci si aspetta che crei un movimento di opinione - osserva il capogruppo del Pd Renato Martin - invece voi non vi siete spostati dalla vostra contrarietà».
Che la città fosse divisa sull'adesione alla Venezia metropolitana si è visto ieri in consiglio comunale con tre ordini del giorno diversi sullo stesso tema. Anche perché la maggioranza ha cambiato l'ordine del giorno all'ultimo momento e il documento presentato ai capigruppo ieri sera non era più lo stesso e richiamava le delibere adottate da Dolo e Musile. Molto rumore per nulla, ammette lo stesso sindaco Alvise Maniero: «Ogni delibera è inutile, non abbiamo facoltà di scelta. Quello che possiamo esprimere è solo un parere». E la maggioranza Cinque Stelle è del parere che questa Città Metropolitana sia «un'assurdità, un assegno in bianco ad Orsoni visto che la cornice normativa conferisce a Venezia un potere innegabile». E lì che 5 Stelle lavora ai fianchi e infatti mercoledì il Consiglio ha approvato la mozione per chiedere la modifica della Legge Speciale in modo che dia benefici e soldi anche ai Comuni di gronda come Mira. Il resto è un giudizio politico, il no di Mira all'adesione è una critica alla legge «che non parte dai contenuti, dall'iniziativa dei territori di mettersi insieme per gestire al meglio i servizi, coordinarci e comprimere i costi. Altrimenti avremmo una grande speranza nella Città metropolitana - spiega Maniero - ma non questa Città Metropolitana».
Tecnicamente, nonostante il voto contrario, anche Mira entrerà nell'organismo e lo farà col peso della sua posizione critica, sarà nell'opposizione assieme ai sindaci della Lega e della mozione di minoranza del Pdl e si sta guadagnando un posto di rilievo del futuro Consiglio metropolitano dei 12 sindaci: «Sarà Alvise il nostro sindaco per la Riviera - lo ha incoronato la Gottardo - E' in gamba, sensibile e pulito». Eppure per Pd, Pdl e Noi per Mira il nuovo ente è un'opportunità da cogliere rivendicando elezione diretta, parità di voto e uno status speciale della Riviera in materia di trasporti, urbanistica, sanità con tanto di trasferimento di uomini e risorse dalla Città Metropolitana. «Ma se non si aderisce allora è coerente non partecipare neanche allo Statuto», suggerisce Alessio Bonetto di Noi per Mira. «Da un movimento ci si aspetta che crei un movimento di opinione - osserva il capogruppo del Pd Renato Martin - invece voi non vi siete spostati dalla vostra contrarietà».
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