martedì 26 marzo 2013

aspettando il sole...

Martedì 26 Marzo 2013

La Nuova Venezia
SCUOLA FOSCOLO A MIRA
Ingresso allagato genitori furiosi

MIRA Genitori della scuole elementare Ugo Foscolo furiosi con il sindaco Alvise Maniero e l’assessore alla pubblica istruzione Orietta Vanin a causa degli allagamenti continui all’entrata della scuola elementare Ugo Foscolo di Mira Taglio. «Siamo esasperati», dice Valerio Sartorato a nome dei genitori, «è da quasi un mese che stiamo denunciando questo problema alla giunta a 5 stelle di questo Comune. È come se parlassimo a un muro. La situazione resta sempre la stessa. Non si prende alcuna soluzione, neanche la più semplice. Tutto è immobile. Nonostante le pronte segnalazioni al sindaco e alla giunta, l’entrata delle scuole elementari Ugo Foscolo e anche l’area gioco è ridotta, da quando è cominciato a piovere, a un vero e proprio acquitrino. I bimbi per entrare in classe devono finire in acqua. Le scuole ci hanno spiegato che ciò è dovuto al dissesto del fondo del cortile. Ma quando interviene il Comune di Mira?» Sartorato e altri genitori non sanno che pesci pigliare.«Siamo letteralmente sorpresi da questi atteggiamenti», continuano i genitori,«ma come, proprio i grillini che sono nati per dare risposte ai cittadini, assumono invece ora i comportamenti tipici di ogni amministrazione che fin qui ha amministrato Mira». Ma non finisce qui I problemi sono anche ai cimiteri che ieri erano ridotti a piscine. «È assurdo», spiega Marcello Vinante, «che il camposanto di Gambarare nel settore delle inumazioni a terra sia ridotto ad uno stagno. Questi problemi erano stati denunciati per mesi alla giunta dell’ex sindaco Michele Carpinetti. Cosa ha fatto questo nuovo giovane sindaco in quasi un anno di tempo?» (a.ab.)

Arcipelago... addio.

prima di chiudere uno spazio di socialità, si dovrebbe sempre aver già pensato l'alternativa....


Martedì 26 Marzo 2013

La Nuova Venezia
MIRA PORTE
Chiude il centro civico Il Pd attacca la giunta

MIRA Chiude il centro civico di Mira Porte “Arcipelago progetti” che si trova in via Bernini e il Pd insorge: si sottrae al territorio un’area a forte fragilità sociale. Il Comune è intenzionato a recuperare gli spazi chiusi nello stabile dove si trova la sede della Pro Loco. «Abbiamo appreso che il Comune» attacca il segretario di circolo del Pd di Mira Porte Piergiorgio Fassini «non vuole rinnovare l’affitto dell’unico centro civico di aggregazione nella frazione, nonostante la proprietaria sia disponibile a rivedere al ribasso il canone. Pur consapevoli delle difficoltà finanziarie riteniamo che ci siano delle priorità inderogabili. Lo stato sociale è una di queste». Per il Pd quello che manca è un centro civico. «Abbiamo chiesto un centro civico e ci è sempre stato risposto che non c’erano risorse a disposizione: che portassimo pazienza, intanto si poteva usufruire delle stanze di “Arcipelago Progetti”. Per questo invitiamo il sindaco a trovare nel bilancio le risorse necessarie per mantenerlo aperto». «La chiusura di quello spazio è vissuta con molta contrarietà da chi lo frequentava» ammette l’assessore al bilancio Michele Gatti «Quegli spazi però saranno recuperati per i progetti sociali nello stabile del Genio civile accanto al municipio». (a.ab.)

Martedì 26 Marzo 2013

Il Gazzettino
Chiude l’unico centro civico di Mira Porte
Il Comune non rinnova il contratto per "Arcipelago progetto". Pd: «Spazio importante per le associazioni»

Luisa Giantin
Chiude Arcipelago Progetti: l'unico centro di aggregazione pubblica a Mira Porte. «Stiamo cercando di razionalizzare il più possibile le spese e dopo aver trasferito i progetti per minori nella palazzina accanto al Comune la necessità della struttura di via Borromini, che abbiamo in affitto, è venuta meno» spiega l'assessore ai Servizi Sociali di Mira Francesca Spolaor. Dopo la scomparsa di Nonna Antonia, al secolo Antonia Vernile, custode morale di Arcipelago Progetti, avvenuta una decina di giorni fa, ora anche la struttura, che ospitava associazioni e riunioni è destinata a chiudere. «Era l'unico centro civico di aggregazione pubblica esistente a Mira Porte - denuncia il segretario del Pd di sezione Piergiorgio Fassini. - E L'amministrazione, nonostante la proprietaria si sia detta disponibile di rivedere al ribasso il canone di locazione, non è più interessata a tenerla. Pur consapevoli delle difficoltà economico-finanziarie che gravano sulle Amministrazioni Comunali riteniamo ci siano delle priorità inderogabili, come il mantenimento dei servizi sociali e, appunto, lo stato sociale». Lo spazio di Arcipelago Progetti in via Borromini è di circa 90 metriquadrati. Diversi anni fa ospitava anche il «Free shop», poi chiuso, è sede dell'associazione Psiche 2000 ed ha ospitato fino a poco tempo fa incontri serali di partiti politici, associazioni e movimenti. «Stiamo cercando di contenere i costi - motiva l'assessore Spolaor - e mi rendo conto che a Mira Porte non c'è un centro civico ma di questi tempi è necessario razionalizzare spazi e risorse. Stiamo discutendo con Psiche 2000 per un'eventuale spostamento. Vogliamo valorizzare meglio gli spazi di via Toti». Per il Pd però andava fatto di più. «Qualche anno fa l'amministrazione comunale aveva previsto la realizzazione del centro civico di Mira Porte nel fabbricato dell'ex macello - spiega Fassini. - Può anche essere che all'attuale Amministrazione quel progetto non sia gradito ma sarebbe bene che allora nel proponesse uno nuovo, diverso, ma ugualmente attento alle esigenze della comunità».

sabato 23 marzo 2013

Ma serve proprio spostare il mercato di Oriago?

L'antica Piazza Mercato di Gambarare (dal 1539)


La Nuova Venezia del 20/03/2013

«Pronti a spostare il mercato»

Oriago. Il Comune incontra i commercianti, ma gli ambulanti restano divisi

ORIAGO Il Comune di Mira accoglie le richieste del commercio ambulante e si dice pronto a spostare il mercato di Oriago dalla storica piazza Mercato. La destinazione finale? L'area a ridosso del ristorante “da Vettore” o l'area parcheggio vicina alle poste in via Veneto. É stata invece scartata l'ipotesi avanzata da qualche commerciante di collocare il mercato nell'area del Borghetto Matteotti. Contro la decisione erano scattate le proteste dei commercianti e della palestra della zona.
La proposta dei commercianti ambulanti è arrivata ieri ufficialmente in un incontro ad hoc a causa della crisi del mercato rionale del martedì. I mercati rionali di Mira e Oriago, hanno denunciato gli ambulanti, sono allo sbando. In un anno si è registrata una moria del 30% dei banchi. A Mira da una novantina che erano sono ora 60 circa. Ad Oriago erano una sessantina, ora sono meno di 40. «Il Comune di Mira con il vicesindaco Nicola Crivellaro si è detto disponibile», dice Tiziano Scandagliato, segretario provinciale dell'Anva - Confesercenti, «a spostare il mercato nell'area vicina al ristorante “da Vettore” e quella delle Poste. Per fare un'operazione del genere servono diversi mesi, bisogna che le aree individuate abbiano allacci idrici e fognari a norma e che dopo il passaggio in Consiglio comunale lo spostamento venga approvato dalla Regione. Insomma se tutto va bene si parla di settembre per la nuova collocazione». Il Comune si dovrà anche scontrare con un comitato cittadino sorto a difesa dell'attuale collocazione del mercato,che risale al 1539, quando aveva luogo nella zona del Bosco Grande e si svolgeva al martedì esattamente come oggi. Con il mercato nasce anche la prima piazza (ma occorrerà aspettare il 1869 per poterla chiamare tale) di quello che diventerà, tre secoli più tardi, il Comune di Mira.
Alessandro Abbadir

La zona delle Poste a nord della Chiesa e del Borghetto

La Nuova Venezia 21/03/2013

«Spostare il mercato di Oriago vuol dire uccidere il commercio»

Levata di scudi dei negozianti contro l’ipotesi di trasloco dei banchi chiesto dagli ambulanti e sostenuto dall’amministrazione comunale. «Ma perché prima di decidere non dialogano con tutti?»

ORIAGO É un coro di no, una rivolta, quella del commercio fisso in piazza Mercato a Oriago contro l'idea di spostare l'area destinata al commercio ambulante dalla storica collocazione alla zona del ristorante da Vettore o nell'area delle Poste. Una idea che il Comune di Mira però ha deciso di percorrere fino in fondo. Contro sono sorti immediatamente “I comitati Pro Mercato in Piazza”, che hanno già raccolto 300 firme fra i cittadini. La petizione continuerà nei prossimi giorni fino a raccogliere almeno un miglio di sottoscrizioni. Gli ambulanti vogliono spostarsi, i negozianti della piazza dicono no. «E' un'assurdità», dice Vitaliano Maran, edicolante, «il mercato è qui dal 1539. Si vede proprio che questi nuovi amministratori non conoscono nulla del territorio che amministrano. Senza il mercato rionale del martedì, anche il commercio fisso a Oriago morirà». Contrarissimi Massimiliano Artuso, che di professione fa il parrucchiere, e Alessio Righetto, titolare del bar “Da Alessio”: «Il mercato di Oriago deve restare qui . Se servono parcheggi, per far arrivare la gente anche in auto, si possono ridistribuire banchi e soste utilizzando l'area della farmacia comunale. Prima di cancellare una tradizione della frazione, si pensi a rivitalizzare l'area, non a scappare». Una richiesta: «Chiediamo immediatamente», dicono Valter Rigato, che ha una bottega di alimentari, e il pescivendolo Michele Quagliati, «un incontro con gli amministratori del Comune. Devono capire che i negozi di paese vanno aiutati a superare la crisi aumentando momenti di aggregazione e commercio e non affossati, spostando il mercato rionale. Il giorno del mercato questa zona, dal ponte della piazza lungo Riviera San Pietro che costeggia il Naviglio fino al ponte di via Sabbiona, si trasforma in una grande e bella isola pedonale». Anche Sabrina Favaretto, titolare di un panificio in piazza Mercato, è sorpresa: «Spostarlo, e perché? Dopo che per anni la piazza di Oriago è stata abbandonata con operazioni urbanistiche discutibili, ora si vuol fuggire invece di rivitalizzarla?». Nicoletta Loppo, che ha un negozio di intimo da donna, si chiede «quale sia la sensibilità di questa nuova amministrazione se avvia scelte senza prima
consultare tutti».
 Alessandro Abbadir
La zona di via Romagna e Cadore (Vettore)

La Nuova Venezia 22/03/2013

Mercato da spostare Il comitato chiede un’assemblea

ORIAGO «Chiediamo che il Comune di Mira organizzi una pubblica assemblea all'auditorium per discutere con tutti i residenti della possibilità di spostare il mercato rionale da piazza Mercato». A fare questa richiesta è il comitato “Pro mercato in piazza” che ha avviato anche una raccolta di firme con centinaia di sottoscrizioni fra i commercianti e i residenti. I mercati rionali di Mira e Oriago, hanno denunciato gli ambulanti, sono allo sbando. In un anno si è registrata una moria del 30%. A Mira da 90 a 60, a Oriago da 60 a meno di 40. Per avere più giro d'affari gli ambulanti vogliono spostarsi. Ma i negozianti della piazza sono contrari. «Il sindaco Alvise Maniero ha lasciato al vicesindaco la gatta da pelare dello spostamento del mercato» spiega Valentina Boem «deve incontrare tutti i cittadini e avviare quella democrazia partecipata di cui tanto va parlando. Può e deve farlo entro i primi giorni di aprile».  

Alessandro Abbadir

venerdì 8 marzo 2013

quale Sanità in Riviera...

Il nuovo ingresso dell'Ospedale di Dolo

Venerdì 8 Marzo 2013
Il Gazzettino

SANITÀ Il direttore dell’Ulss 13 al Consiglio di Camponogara
«Via i doppioni e Noale va chiuso»
A Dolo solo medicina internistica, tutta la chirurgia a Mirano
Emanuele Compagno
«Dolo presidio ospedaliero di medicina internistica, Mirano per la medicina chirurgica, Noale chiuso». Parola di Gino Gumirato, direttore generale dell'Ulss 13 è intervenuto mercoledì sera al Consiglio comunale di Camponogara dedicato al tema sanità.
Secondo le anticipazioni sulle schede sanitarie in discussione in Regione, confermate dallo stesso Gumirato, il futuro assetto dell'Ulss 13 prevede un ridimensionamento da tre a due presidi ospedalieri, e una specializzazione tra Dolo e Mirano. «A Dolo - afferma Gumirato - resterà il Pronto soccorso e la chirurgia ambulatoriale. Del resto i 20 milioni promessi per l'Ulss 13 non sono arrivati, ma solo 2,5 milioni per spostare il Centro dialisi e 2 milioni per il rifacimento del Pronto soccorso». Il direttore ha poi presentato alcuni esempi che dimostrerebbero la bontà delle scelte intraprese. «Non ha senso - ha proseguito Gumirato - mantenere dei doppioni che riducono la specializzazione del personale. La cardiochirurgia non dispone una casistica sufficiente per garantire la giusta competenza, anche l'ostetricia necessita interventi».Noale, poi, è un ospedale sovradimensionato e costoso, le cui strutture possono essere ridotte fino a sparire anche con lo scopo di liberare risorse per aumentare il parco tecnologico dell'Ulss. «Noi siamo l'Ulss che spende meno in Veneto, disponiamo di un budget di circa 1.500 euro per cittadino. Non vedo spazi per altri tagli», taglia corto Gumirato.
Molti gli interventi da pubblico. Renato Morandina, ex consigliere regionale e uomo chiave del Pd, ha accusato il direttore: «Credo sia un grave errore dividere medicina chirurgica dalla medicina internistica. Perché portate via da Dolo ortopedia e urologia? Le eccellenze vanno mantenute». Il medico di base a Camponogara Renzo Castegnaro ha spiegato che una recente circolare vorrebbe ridurre a 120 euro la spesa farmaceutica per paziente, ovvero quasi nulla. «La medicina è fatta di uomini e non solo di strutture», ha detto il medico. Presente in sala anche il comitato Bruno Marcato con Walter Mescalchin il quale ha sottolineato che le scelte non sono solo tecniche, ma soprattutto politiche. Del resto l'Ulss 13 è la più penalizzata come finanziamenti, rispetto ad esempio all'area veronese, pur essendo l'azienda ospedaliera più virtuosa assieme a Cittadella e Camposampiero. Il consigliere regionale Bruno Pigozzo ha ricordato che la Regione Veneto fa mancare i fondi necessari e promessi per una corretta riorganizzazione della sanità, auspicando che le schede sanitarie in commissione vengano ripensate per non far mancare all'Ulss 13 le eccellenze acquisite negli anni.

Venerdì 8 Marzo 2013

La Nuova Venezia
«Ecco come sarà il futuro dell’Asl 13»
Il direttore generale dell’Asl 13 inConsiglio a Camponogara. Gumirato: «Pochi fondi per gli investimenti e Noale chiuderà»
di Davide Massaro
CAMPONOGARA «L’ospedale di Noale sarà chiuso. Quello di Mirano sarà prettamente chirurgico mentre Dolo avrà un profilo prevalentemente internistico, medico e riabilitativo mantenendo comunque inalterati i posti letto per acuti, le attività di prevenzioni, il pronto soccorso e la diagnostica strumentale». È quanto ha dichiarato Gino Gumirato, direttore generale dell’Asl 13, mercoledì sera a Camponogara, nel consiglio comunale voluto dalle opposizioni (Civica Camponogara, Sel, Camponogara con Chirico). La nuova riqualificazione porterebbe i reparti di Ortopedia e Chirurgia a Mirano mentre gli uffici medici di Mirano e Noale sarebbero trasferiti a Dolo senza la riduzione di nessun posto letto e di nessuna prestazione. Anzi, secondo Gumirato, due reparti in due città diverse possono dare meno prestazioni che un singolo reparto nello stesso luogo. In questa ottica di razionalizzazione e risparmio, secondo Gumirato, si andranno ad aumentare le competenze e le specializzazioni dei singoli poli. Il futuro dell’ospedale di Dolo non avrebbe a che fare solo con il taglio lineare dei costi ma vuole «mettere i professionisti nella migliore delle condizioni possibili con risorse limitare a fare la migliore prestazione sanitaria possibile ai propri cittadini», come ha precisato lo stesso direttore generale. Il reparto di Cardiochirurgia verrà radicato a Mirano ma i due medici che lo compongono interagiranno con gli ospedali di Padova, Treviso e Mestre per aumentare i livelli di professionalità e competenza. Dolo aumenterebbe i posti letto per acuti e le prestazioni in quanto Noale perderà ogni posto letto per acuti (oggi ne ha 74 di Lungodegenza con, al piano terra, le attività ambulatoriali e di Riabilitazione e Medicina dello sport), la dialisi rimarrebbe a Mirano e Dolo mentre l’Ostetricia-ginecologia di quest’ultimo plesso soffre di problemi strutturali e di sicurezza e il suo futuro rimane incerto. «È indubbio che con questa ipotesi di un ospedale a prevalenza chirurgico, da un lato, e medico dall’altro il ruolo di Noale come ospedale per acuti non esisterà più», ha specificato Gino Gumirato. «Non andremo a ridurre nessuna delle prestazioni anche perché come Asl abbiamo una quota capitaria pari a 1500euro che risulta già essere la più bassa. Il vero problema riguarda gli investimenti per le ristrutturazioni, il parco tecnologico che risulta obsoleto e la rivisitazione di tutti gli uffici amministrativi di Mirano in quanto ci sono edifici isolati, da ristrutturare o in affitto come i locali del Mariutto e, inoltre, di tutta l’area esterna all’ospedale di Dolo. Allo stato attuale non ci sono i fondi per fare investimenti di questo tipo perché in mio possesso ci sono solo 2,5 milioni di euro per trasferire la dialisi da Noale a Mirano e due milioni per il rifacimento del Pronto soccorso di Dolo. Ci vorrebbero 22milioni ma anche se aumentasse la quota capitaria questa non servirebbe a nuovi investimenti in quanto serve alla gestione corrente cioè a garantire i livelli essenziali di assistenza. La vera necessità è di rinnovare il parco tecnologico solo in questo modo si garantirà un vero servizio di qualità». Il neo direttore ha anche ricordato che il 12% dei cittadini dell’Asl 13 preferisce andare a curarsi in altri ospedali come Padova o Mestre: e questo non aiuta ad attrarre più fondi.

Appello a Monti per Villa LEVI-MORENOS


L'amministrazione si appella al governo Monti...
Venerdì 8 Marzo 2013
Il Gazzettino
MIRA Il tetto della "Levi Morenos" è a rischio. Sos del Comune: «Lo Stato ci dia le risorse»
La villa sta crollando «Serve l’8 per mille»
Luisa Giantin
Il magazzino è in parte crollato e il tetto del corpo centrale è gravemente compromesso. Villa Levi Morenos, in pieno centro a Mira, cade a pezzi. Chissà se i pregevoli affreschi che ritraggono le stagioni e il volo degli uccelli di laguna al piano terra della villa ci sono ancora. E il Comune, tranne qualche intervento per arginare l’emergenza, chiede l’aiuto dello Stato.
Villa Levi Morenos è stata acquistata dal Comune di Mira nel 1997 per circa l'equivalente in lire di un milione e 478 mila euro, ma da allora non se ne è fatto nulla. La situazione è così grave che l'amministrazione comunale ha chiesto un finanziamento straordinario attraverso l'utilizzazione dell'8 per mille destinato allo Stato perchè, per ristrutturare l'intero complesso della villa, servono 3 milioni e 850 mila euro. «Vogliamo far uscire quel patrimonio pubblico dallo stato di abbandono in cui è - spiega il sindaco Maniero - per inserirlo a pieno titolo nel circuito turistico-culturale della Riviera del Brenta». L'unico giorno in cui ville Levi Morenos è stata aperta fu nel lontano giugno 2002, con il sindaco Roberto Marcato che decise di esporla, almeno un giorno, ai cittadini. Qualche mese fa l’associazione MirAttiva, nell’orbita del Movimento 5 Stelle, ha deciso di promuovere la sistemazione del parco con una spesa di circa 2 mila e 600 euro, ma le donazioni sono state appena di circa 200 euro. Per salvare villa Levi Morenos il Comune di Mira ha quindi inviato nei giorni scorsi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una richiesta di finanziamento attraverso l'utilizzazione della quota di 8 per mille dell'Irpef devoluta allo Stato. «Il progetto dovrebbe essere realizzato in quattro anni - afferma l'assessore all'Urbanistica Luciano Claut -, ma i costi di quasi 4 milioni di euro sono fuori dalle disponibilità di bilancio dell'amministrazione». Per ora però sono necessari due interventi urgentissimi che riguardano il magazzino della villa e il tetto del corpo centrale, gravemente compromesso: per il primo il Comune prevede di utilizzare un residuo di 100 mila euro di fondi Prusst, mentre per il secondo bisognerà trovare altri 80 mila euro.

Venerdì 8 Marzo 2013
La Nuova Venezia

MIRA. LA RICHIESTA DI MANIERO
Appello a Monti per salvare Villa Levi Morenos
Alessandro Abbadir
MIRA «I soldi per Villa Levi Morenos? Ce li dia lo Stato attraverso l’8 per mille. Servono tre milioni e 850 mila euro per la ristrutturazione dell’intero complesso e dell’area a parco e giardini. Li abbiamo chiesti a Monti». Ecco la ricetta del sindaco Alvise Manieo per cercare di salvare la storica dimora di proprietà del Comune, nel frattempo precipitata in un stato di abbandono e degrado. «Vogliamo far uscire Villa Levi Morenos dallo stato di abbandono per inserirla nel circuito turistico culturale della Riviera del Brenta». Maniero punta alla ristrutturazione dell’intero complesso: villa, barchesse, oratorio, scuderie e parco. Il progetto dovrebbe realizzarsi in quattro anni, e prevede un costo complessivo (per il quale si chiede il finanziamento) di 3.857.000 euro. «Si tratta» commenta l’assessore ai Lavori pubblici Luciano Claut «di costi che sono fuori dalle disponibilità di bilancio. Puntiamo perciò a un finanziamento attraverso l’utilizzazione della quota di otto per mille dell’Irpef devoluta allo Stato». L'intervento è urgente, in quanto sia l'integrità strutturale sia la parte architettonica versano in condizioni critiche. «Il finanziamento richiesto» spiega Maniero «consentirà un intervento di recupero sia dal punto di vista strutturale che funzionale. Villa Levi Morenos si inserirà a pieno titolo nel circuito turistico culturale della Riviera del Brenta, ospitando eventi culturali di interesse anche nazionale». Il progetto preliminare è stato approvato dalla giunta a fine 2003, ed è ora agli atti un progetto definitivo in attesa di approvazione. La villa, che è di proprietà del Comune dal 1997, fu acquistata per un milione e 478 mila euro. «Poiché il contributo attraverso l’otto per mille non sarà semplice da ottenere» osserva l’assessore Claut «ci stiamo attivando per due interventi che riguardano il magazzino della villa, in parte crollato, e il tetto del corpo centrale, gravemente compromesso. Per il primo puntiamo ad utilizzare un residuo di oltre 100mila euro di fondi Prusst, per il secondo dovremo preventivare una spesa attorno agli 80mila euro».

giovedì 7 marzo 2013

ADSL a GAMBARARE


Giovedì 7 Marzo 2013
La Nuova Venezia
GAMBARARE
Telecom promette «La linea Adsl entro fine estate»
GAMBARARE DI MIRA Dopo anni di attesa e di richieste da parte dei residenti e delle imprese e studi professionali del territorio , l’ Adsl arriva anche a Gambarare di Mira. Dalla Telecom finalmente una risposta ufficiale al Comune: entro l’estate ci sarà l’attivazione del servizio di internet veloce anche nella frazione del quarto Comune della provincia. Dopo le ripetute sollecitazioni sia da parte del Comune di Mira che di singoli cittadini e aziende, Telecom ha fatto pervenire al sindaco una comunicazione scritta con cui, finiti nei mesi scorsi i lavori di posa dei cavi, si informa che l’intervento di copertura Adsl a Gambarare e Piazza Vecchia è stato finalmente inserito nel piano lavori dell’azienda. L’attivazione del servizio è prevista entro il terzo trimestre 2013. «È una buona notizia», commenta il sindaco Alvise Maniero, «anche se ci saremmo attesi tempi più celeri, in considerazione del fatto che è da anni che le famiglie della zona e soprattutto le aziende che operano nell’area Pip chiedono di poter disporre del sistema di connessione veloce a internet, come condizione ormai essenziale per l’attività quotidiana. Speriamo che adesso con questa comunicazione scritta non ci siano più rinvii. Nello stesso tempo stiamo facendo pressione perché anche altre zone di Mira sprovviste di Adsl, come Marano, siano poste in condizione di disporne al più presto». (a.ab.)

Il Gazzettino
Entro l’estate Gambarare avrà il collegamento Adsl
Telecom ha inserito l’intervento nel piano lavori. Maniero: «Ora tocca ad altre zone di Mira, come Marano»
MIRA - Anche Gambarare collegato via internet, tra qualche mese attivo il servizio Adsl. Dopo anni di attesa e proteste, con la zona artigianale di Giare ancora non servita, finalmente Telecom ha annunciato che entro l'estate arriverà l'Adsl a Gambarare. «Una buona notizia - commenta il sindaco Alvise Maniero - anche se ci saremmo attesi tempi più celeri, visto che da anni le famiglie della zona, e soprattutto le aziende che operano nell'area Pip, chiedono di poter disporre del sistema di connessione veloce a internet, condizione ormai essenziale per l'attività quotidiana». La mancata copertura di internet a Gambarare era ormai diventata quasi uno scandalo con decine di imprese, collocate in zona di Giare, costrette a collegarsi dalle proprie abitazioni anziché dagli uffici per svolgere le semplici funzioni di collegamento o invio mail. Nei giorni scorsi, Telecom ha comunicato ufficialmente al sindaco che, finiti nei mesi scorsi i lavori di posa dei cavi, l'intervento di copertura Adsl a Gambarare e Piazza Vecchia è stato finalmente inserito nel piano lavori dell'azienda. L'attivazione del servizio è prevista entro il terzo trimestre 2013.
«Speriamo che, con questa comunicazione scritta, non ci siano più rinvii - auspica Maniero - Stiamo facendo pressione perché anche altre zone di Mira sprovviste di Adsl, come Marano, siano poste in condizione di disporne al più presto». (L.Gia)

mercoledì 6 marzo 2013

Chiuso al traffico il ponte sul Foscara a Malcontenta

Chiuso al traffico il ponte sullo scolo Foscara in via Bastie Interne a Malcontenta


Tariffe autostradali, vi teniamo d'occhio.


ancora sulle tariffe autostradali, non è ancora chiara la posizione dei comuni della Riviera, specie del nostro, e sopratutto non è unitaria. Tanto per cambiare.

Mercoledì 6 Marzo 2013
Il Gazzettino
L’ha comunicato ieri Cav alla Conferenza dei Sindaci tenuta a Vigonovo
Un euro e mezzo per i pendolari
Beneficiario dello sconto chi "garantirà" almeno 20 accessi mensili in autostrada
Gabriele Pipia
I pendolari di Miranese e Riviera pagheranno 1.50 euro per il tratto autostradale Mirano-Padova est, lo stesso pedaggio applicato attualmente per chi prende il Passante a Spinea per uscire a Padova. L'indiscrezione arriva da Vigonovo, dove ieri pomeriggio i vertici della società autostradale Cav hanno incontrato i sindaci del comprensorio in una conferenza convocata per illustrare il nuovo piano tariffario. Il progetto prevede l'uniformazione delle tariffe della Mestre-Padova e della Mirano-Padova: il pedaggio standard sarà di 2.70 euro per entrambe le tratte, mentre ora il primo è di 3.20 euro e il secondo è di 80 centesimi. Per i pendolari di Miranese e Riviera è previsto uno sconto di 1.20 euro che sarà calcolato automaticamente dal telepass: il criterio di pendolarità dovrebbe essere applicato per tutti i residenti che faranno almeno 20 accessi mensili in autostrada (anche semplicemente 10 andate e 10 ritorni). Ma i pendolari non possono gioire troppo: chi compie la tratta Mirano-Padova est per cinque volte alla settimana per undici mesi pagherà 726 euro invece che gli attuali 387. I Comuni coinvolti saranno sicuramente Mirano, Mira, Dolo, Pianiga, Santa Maria di Sala ma probabilmente pure altri: se ne saprà di più nei prossimi giorni.
A Vigonovo sono intervenuti sia il presidente di Cav Tiziano Bembo che l'amministratore delegato Eutimio Mucilli, dettagli ulteriori saranno illustrati nel corso di successive riunioni. La conferenza è stata accompagnata da oltre una ventina di residenti di Vetrego e da un numero analogo di cittadini della Riviera, che si sono riuniti all'esterno del Municipio. A Vetrego chiedono con insistenza che venga risolto una volta per tutte il problema degli ingorghi alla rotonda del casello, dove attualmente i pendolari della Mestre-Padova escono e rientrano per godere del tratto gratuito sulla Mestre-Mirano: l'uniformazione delle due tratte renderà inutile questa manovra. I vetreghesi si preparano a partecipare in massa ad una riunione questa sera in patronato per stabilire se la scelta di Cav è soddisfacente o se da lunedì scatterà il blocco della rotonda per protesta. Il nuovo piano tariffario dovrà essere approvato dal Ministero e potrebbe entrare in vigore nel mese di maggio.


Martedì 5 Marzo 2013
Il Gazzettino
VETREGO Oggi a Vigonovo il confronto tra Cav e sindaci di Miranese e Riviera
Casello, la sfida dei residenti
Presidio del comitato: «Senza risposte, lunedì scatterà il blocco della rotonda»
VIGONOVO - Il progetto stilato da Cav è pronto: per applicare le nuove tariffe autostradali bisognerà attendere il via libera del ministero, ma intanto il presidente Tiziano Bembo illustrerà le decisioni della società autostradale ai sindaci di Miranese e Riviera. L'appuntamento è per stasera, alle 17.30, in municipio a Vigonovo dove è in programma la Conferenza dei sindaci della Riviera, cui sono stati invitati pure tutti i primi cittadini del Miranese perché si discuterà proprio dei nuovi pedaggi. La settimana scorsa Bembo ha confermato la sua presenza.
Il comitato «Pensionati e casalinghe» di Vetrego ha invece distribuito un volantino a tutte le famiglie dando appuntamento per le 16 nel centro della frazione: l'obiettivo è partire tutti assieme per Vigonovo. «Sarà un presidio assolutamente pacifico, solo per dimostrare che siamo presenti e attenti alla questione», spiegano i promotori. La gente chiede consistenti riduzioni tariffarie, ma a Vetrego la protesta monta anche per un altro motivo: i residenti dichiarano di non poterne più degli ingorghi attorno al casello creati dai pendolari della Mestre-Padova che da anni escono e rientrano per godere del pedaggio gratuito Mestre-Mirano.
L'iniziativa di oggi è solo il primo passo, quello successivo sarà il blocco della rotonda d'immissione al casello. Se oggi non arriveranno buone notizie, annunciano a Vetrego, la mobilitazione scatterà lunedì prossimo e proseguirà ogni giorno fino a venerdì, sempre alle 17.30. La Questura è già stata informata in via preventiva, ma ora si attendono notizie da Vigonovo: la decisione definitiva sarà presa domani sera a Vetrego in una riunione in patronato aperta a tutti i residenti.
Cav avrebbe deciso di uniformare le tariffe delle tratta Mestre-Padova e Mirano-Padova: la prima scenderebbe dagli attuali 3.20 euro a circa 2.60 euro, la seconda passerebbe dagli attuali 80 cent a 2.60 euro. Parallelamente il presidente Bembo e l'amministratore delegato Eutimio Mucilli hanno studiato un piano di tariffe agevolate per i residenti, che dotandosi di un telepass pagherebbero circa un euro in meno. I sindaci attendono risposte concrete. (G.Pip)

la Passerella di Porto Menai


viabilità a Porto Menai...
Mercoledì 6 Marzo 2013
Il Gazzettino
MIRA

Nel 2014 la passerella ciclopedonale sul Taglio diventerà realtà

La passerella ciclopedonale sul canale Taglio Novissimo a Porto Menai all'altezza della Provinciale 22 potrebbe diventare realtà già nella primavera del prossimo anno. Ieri l'assessore provinciale alla Viabilità Emanuele Prataviera insieme al sindaco di Mira Alvise Maniero e all'assessore all'Urbanistica Luciano Claut hanno illustrato, tavole progettuali alla mano, l'intervento ai cittadini di Mira in sala consigliare. I tecnici della Provincia hanno illustrato, nei dettagli, il progetto della passerella ciclopedonale, attesa da tempo dai residenti di Porto Menai e Gambarare e che rientra in un percorso di valorizzazione dell'area dell'Antico Dogado e della Riviera attraverso un itinerario cicloturistico di collegamento che segue il tracciato perilagunare lungo il Canale Taglio Novissimo, dal Naviglio Brenta fino alla pista ciclabile Lugo-Lova, collegando così i comuni di Dolo, Mira e Campagna Lupia. Un progetto che farà capo alla Provincia per quanto riguarda progettazione e realizzazione, il costo complessivo è di circa 600 mila euro, ma che, una volta realizzata la passerella e il percorso ciclopedonale, sarà affidata la gestione ai Comuni. La realizzazione di una passerella ciclopedonale è prevista tra le due sponde del Canale Novissimo in prossimità del ponte carrabile esistente situato in località Porto Menai, per dare continuità ciclopedonale tra la sponda sinistra, nel tratto Mira Taglio-Porto Menai la sponda destra tra Porto Menai e Lugo. Una struttura completamente in acciaio, lunga 27metri e larga circa 2,5 metri divisa in due tronconi entrambi apribili a levatoi. Secondo le previsioni della Provincia se l'iter per le realizzazione potesse partire a maggio 2013 i lavori potrebbero essere consegnati già a giugno ed essere realizzati nell'arco di circa 7-8 mesi. (l.gia.)

ops, mi si è ristretto il SIN...


qualcosa si muove a Porto Marghera....  speriamo ce ne sarebbe di gran bisogno, e speriamo che la nostra amministrazione sia partecipe di tali percorsi...

Mercoledì 6 Marzo 2013
Il Gazzettino
AREE INQUINATE La conferenza dei servizi a Roma ha approvato la delibera della Regione con i nuovi confini
Sin ristretto, via alla crescita

A breve il decreto legge che consentirà di sviluppare l’economia cittadina

La Conferenza dei servizi ieri a Roma ha approvato all’unanimità la delibera 58 del 21 gennaio scorso con la quale la Regione del Veneto ha chiesto al Governo di ridurre drasticamente il perimetro dell’area Sin di Venezia, cioè del Sito di interesse nazionale sul quale vigono rigidissime regole ambientali e la competenza prioritaria del ministero dell’Ambiente. «È un passaggio epocale, sono finalmente e per la prima volta davvero soddisfatto» ha commentato Giovanni Artico, commissario al recupero territoriale e ambientale che, con la collaborazione dell’assessorato comunale all’Ambiente di Gianfranco Bettin, è riuscito ad approntare il disegno dei nuovi confini ed ora ha bruciato le tappe con la possibilità concreta di vederli diventare legge prima che l’attuale Governo decada. «Nel giro di dieci o quindici giorni al massimo il ministro dell’Ambiente potrà firmare il decreto che, con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, diventerà operativo» anticipa ancora Artico. Visto che i tempi tecnici per la costituzione di un nuovo Governo sono di una ventina di giorni, ammesso che riescano a formarlo, il nuovo Sin può davvero diventare realtà, cancellando la prima perimetrazione del Sin che risale al 2000. E, come mostra la piantina che pubblichiamo qui a fianco, la nuova area comprenderà solo Porto Marghera. Niente più terreni agricoli, aree urbane residenziali e commerciali, pure i canali industriali saranno esclusi anche se i marginamenti per isolare i terreni industriali non sono ancora finiti («le bonifiche continueranno ma passeranno in carico alla Regione» spiega il commissario), e infine centinaia di ettari della laguna che stanno tra il ponte della Libertà e Malamocco, e tra il canale dei Petroli e Venezia, torneranno ad essere disponibili per la pesca.
«La riduzione del perimetro dell’area Sin è una rivoluzione pari a quella dell’Accordo sulle bonifiche firmato lo scorso 16 aprile a Venezia» aveva commentato prima di Natale l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Renato Chisso che ieri ha ribadito come «con l’accordo firmato dal ministro Clini si riducono al massimo a quattro mesi i tempi per ottenere le autorizzazioni alla bonifica, mentre con il nuovo Sin si applicano le regole, comunque severe per i procedimenti di bonifica, solo alle aree effettivamente industriali. Questo significa, in concreto, possibilità di nuovo sviluppo produttivo ed economico».
E.T.