venerdì 8 marzo 2013

quale Sanità in Riviera...

Il nuovo ingresso dell'Ospedale di Dolo

Venerdì 8 Marzo 2013
Il Gazzettino

SANITÀ Il direttore dell’Ulss 13 al Consiglio di Camponogara
«Via i doppioni e Noale va chiuso»
A Dolo solo medicina internistica, tutta la chirurgia a Mirano
Emanuele Compagno
«Dolo presidio ospedaliero di medicina internistica, Mirano per la medicina chirurgica, Noale chiuso». Parola di Gino Gumirato, direttore generale dell'Ulss 13 è intervenuto mercoledì sera al Consiglio comunale di Camponogara dedicato al tema sanità.
Secondo le anticipazioni sulle schede sanitarie in discussione in Regione, confermate dallo stesso Gumirato, il futuro assetto dell'Ulss 13 prevede un ridimensionamento da tre a due presidi ospedalieri, e una specializzazione tra Dolo e Mirano. «A Dolo - afferma Gumirato - resterà il Pronto soccorso e la chirurgia ambulatoriale. Del resto i 20 milioni promessi per l'Ulss 13 non sono arrivati, ma solo 2,5 milioni per spostare il Centro dialisi e 2 milioni per il rifacimento del Pronto soccorso». Il direttore ha poi presentato alcuni esempi che dimostrerebbero la bontà delle scelte intraprese. «Non ha senso - ha proseguito Gumirato - mantenere dei doppioni che riducono la specializzazione del personale. La cardiochirurgia non dispone una casistica sufficiente per garantire la giusta competenza, anche l'ostetricia necessita interventi».Noale, poi, è un ospedale sovradimensionato e costoso, le cui strutture possono essere ridotte fino a sparire anche con lo scopo di liberare risorse per aumentare il parco tecnologico dell'Ulss. «Noi siamo l'Ulss che spende meno in Veneto, disponiamo di un budget di circa 1.500 euro per cittadino. Non vedo spazi per altri tagli», taglia corto Gumirato.
Molti gli interventi da pubblico. Renato Morandina, ex consigliere regionale e uomo chiave del Pd, ha accusato il direttore: «Credo sia un grave errore dividere medicina chirurgica dalla medicina internistica. Perché portate via da Dolo ortopedia e urologia? Le eccellenze vanno mantenute». Il medico di base a Camponogara Renzo Castegnaro ha spiegato che una recente circolare vorrebbe ridurre a 120 euro la spesa farmaceutica per paziente, ovvero quasi nulla. «La medicina è fatta di uomini e non solo di strutture», ha detto il medico. Presente in sala anche il comitato Bruno Marcato con Walter Mescalchin il quale ha sottolineato che le scelte non sono solo tecniche, ma soprattutto politiche. Del resto l'Ulss 13 è la più penalizzata come finanziamenti, rispetto ad esempio all'area veronese, pur essendo l'azienda ospedaliera più virtuosa assieme a Cittadella e Camposampiero. Il consigliere regionale Bruno Pigozzo ha ricordato che la Regione Veneto fa mancare i fondi necessari e promessi per una corretta riorganizzazione della sanità, auspicando che le schede sanitarie in commissione vengano ripensate per non far mancare all'Ulss 13 le eccellenze acquisite negli anni.

Venerdì 8 Marzo 2013

La Nuova Venezia
«Ecco come sarà il futuro dell’Asl 13»
Il direttore generale dell’Asl 13 inConsiglio a Camponogara. Gumirato: «Pochi fondi per gli investimenti e Noale chiuderà»
di Davide Massaro
CAMPONOGARA «L’ospedale di Noale sarà chiuso. Quello di Mirano sarà prettamente chirurgico mentre Dolo avrà un profilo prevalentemente internistico, medico e riabilitativo mantenendo comunque inalterati i posti letto per acuti, le attività di prevenzioni, il pronto soccorso e la diagnostica strumentale». È quanto ha dichiarato Gino Gumirato, direttore generale dell’Asl 13, mercoledì sera a Camponogara, nel consiglio comunale voluto dalle opposizioni (Civica Camponogara, Sel, Camponogara con Chirico). La nuova riqualificazione porterebbe i reparti di Ortopedia e Chirurgia a Mirano mentre gli uffici medici di Mirano e Noale sarebbero trasferiti a Dolo senza la riduzione di nessun posto letto e di nessuna prestazione. Anzi, secondo Gumirato, due reparti in due città diverse possono dare meno prestazioni che un singolo reparto nello stesso luogo. In questa ottica di razionalizzazione e risparmio, secondo Gumirato, si andranno ad aumentare le competenze e le specializzazioni dei singoli poli. Il futuro dell’ospedale di Dolo non avrebbe a che fare solo con il taglio lineare dei costi ma vuole «mettere i professionisti nella migliore delle condizioni possibili con risorse limitare a fare la migliore prestazione sanitaria possibile ai propri cittadini», come ha precisato lo stesso direttore generale. Il reparto di Cardiochirurgia verrà radicato a Mirano ma i due medici che lo compongono interagiranno con gli ospedali di Padova, Treviso e Mestre per aumentare i livelli di professionalità e competenza. Dolo aumenterebbe i posti letto per acuti e le prestazioni in quanto Noale perderà ogni posto letto per acuti (oggi ne ha 74 di Lungodegenza con, al piano terra, le attività ambulatoriali e di Riabilitazione e Medicina dello sport), la dialisi rimarrebbe a Mirano e Dolo mentre l’Ostetricia-ginecologia di quest’ultimo plesso soffre di problemi strutturali e di sicurezza e il suo futuro rimane incerto. «È indubbio che con questa ipotesi di un ospedale a prevalenza chirurgico, da un lato, e medico dall’altro il ruolo di Noale come ospedale per acuti non esisterà più», ha specificato Gino Gumirato. «Non andremo a ridurre nessuna delle prestazioni anche perché come Asl abbiamo una quota capitaria pari a 1500euro che risulta già essere la più bassa. Il vero problema riguarda gli investimenti per le ristrutturazioni, il parco tecnologico che risulta obsoleto e la rivisitazione di tutti gli uffici amministrativi di Mirano in quanto ci sono edifici isolati, da ristrutturare o in affitto come i locali del Mariutto e, inoltre, di tutta l’area esterna all’ospedale di Dolo. Allo stato attuale non ci sono i fondi per fare investimenti di questo tipo perché in mio possesso ci sono solo 2,5 milioni di euro per trasferire la dialisi da Noale a Mirano e due milioni per il rifacimento del Pronto soccorso di Dolo. Ci vorrebbero 22milioni ma anche se aumentasse la quota capitaria questa non servirebbe a nuovi investimenti in quanto serve alla gestione corrente cioè a garantire i livelli essenziali di assistenza. La vera necessità è di rinnovare il parco tecnologico solo in questo modo si garantirà un vero servizio di qualità». Il neo direttore ha anche ricordato che il 12% dei cittadini dell’Asl 13 preferisce andare a curarsi in altri ospedali come Padova o Mestre: e questo non aiuta ad attrarre più fondi.

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