Venerdì 8 Marzo 2013
MIRA Il tetto della
"Levi Morenos" è a rischio. Sos del Comune: «Lo Stato ci dia le
risorse»
La villa sta crollando «Serve l’8 per mille»
Luisa Giantin
Il magazzino è in parte crollato e il tetto del corpo
centrale è gravemente compromesso. Villa Levi Morenos, in pieno centro a Mira,
cade a pezzi. Chissà se i pregevoli affreschi che ritraggono le stagioni e il
volo degli uccelli di laguna al piano terra della villa ci sono ancora. E il
Comune, tranne qualche intervento per arginare l’emergenza, chiede l’aiuto
dello Stato.
Villa Levi Morenos è stata acquistata dal Comune di Mira nel 1997 per circa l'equivalente in lire di un milione e 478 mila euro, ma da allora non se ne è fatto nulla. La situazione è così grave che l'amministrazione comunale ha chiesto un finanziamento straordinario attraverso l'utilizzazione dell'8 per mille destinato allo Stato perchè, per ristrutturare l'intero complesso della villa, servono 3 milioni e 850 mila euro. «Vogliamo far uscire quel patrimonio pubblico dallo stato di abbandono in cui è - spiega il sindaco Maniero - per inserirlo a pieno titolo nel circuito turistico-culturale della Riviera del Brenta». L'unico giorno in cui ville Levi Morenos è stata aperta fu nel lontano giugno 2002, con il sindaco Roberto Marcato che decise di esporla, almeno un giorno, ai cittadini. Qualche mese fa l’associazione MirAttiva, nell’orbita del Movimento 5 Stelle, ha deciso di promuovere la sistemazione del parco con una spesa di circa 2 mila e 600 euro, ma le donazioni sono state appena di circa 200 euro. Per salvare villa Levi Morenos il Comune di Mira ha quindi inviato nei giorni scorsi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una richiesta di finanziamento attraverso l'utilizzazione della quota di 8 per mille dell'Irpef devoluta allo Stato. «Il progetto dovrebbe essere realizzato in quattro anni - afferma l'assessore all'Urbanistica Luciano Claut -, ma i costi di quasi 4 milioni di euro sono fuori dalle disponibilità di bilancio dell'amministrazione». Per ora però sono necessari due interventi urgentissimi che riguardano il magazzino della villa e il tetto del corpo centrale, gravemente compromesso: per il primo il Comune prevede di utilizzare un residuo di 100 mila euro di fondi Prusst, mentre per il secondo bisognerà trovare altri 80 mila euro.
Villa Levi Morenos è stata acquistata dal Comune di Mira nel 1997 per circa l'equivalente in lire di un milione e 478 mila euro, ma da allora non se ne è fatto nulla. La situazione è così grave che l'amministrazione comunale ha chiesto un finanziamento straordinario attraverso l'utilizzazione dell'8 per mille destinato allo Stato perchè, per ristrutturare l'intero complesso della villa, servono 3 milioni e 850 mila euro. «Vogliamo far uscire quel patrimonio pubblico dallo stato di abbandono in cui è - spiega il sindaco Maniero - per inserirlo a pieno titolo nel circuito turistico-culturale della Riviera del Brenta». L'unico giorno in cui ville Levi Morenos è stata aperta fu nel lontano giugno 2002, con il sindaco Roberto Marcato che decise di esporla, almeno un giorno, ai cittadini. Qualche mese fa l’associazione MirAttiva, nell’orbita del Movimento 5 Stelle, ha deciso di promuovere la sistemazione del parco con una spesa di circa 2 mila e 600 euro, ma le donazioni sono state appena di circa 200 euro. Per salvare villa Levi Morenos il Comune di Mira ha quindi inviato nei giorni scorsi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una richiesta di finanziamento attraverso l'utilizzazione della quota di 8 per mille dell'Irpef devoluta allo Stato. «Il progetto dovrebbe essere realizzato in quattro anni - afferma l'assessore all'Urbanistica Luciano Claut -, ma i costi di quasi 4 milioni di euro sono fuori dalle disponibilità di bilancio dell'amministrazione». Per ora però sono necessari due interventi urgentissimi che riguardano il magazzino della villa e il tetto del corpo centrale, gravemente compromesso: per il primo il Comune prevede di utilizzare un residuo di 100 mila euro di fondi Prusst, mentre per il secondo bisognerà trovare altri 80 mila euro.
Venerdì 8 Marzo 2013
MIRA. LA RICHIESTA DI MANIERO
Appello a Monti per salvare Villa Levi Morenos
Alessandro Abbadir
MIRA «I soldi per Villa Levi Morenos? Ce li dia lo Stato
attraverso l’8 per mille. Servono tre milioni e 850 mila euro per la
ristrutturazione dell’intero complesso e dell’area a parco e giardini. Li
abbiamo chiesti a Monti». Ecco la ricetta del sindaco Alvise Manieo per cercare
di salvare la storica dimora di proprietà del Comune, nel frattempo precipitata
in un stato di abbandono e degrado. «Vogliamo far uscire Villa Levi Morenos
dallo stato di abbandono per inserirla nel circuito turistico culturale della
Riviera del Brenta». Maniero punta alla ristrutturazione dell’intero complesso:
villa, barchesse, oratorio, scuderie e parco. Il progetto dovrebbe realizzarsi
in quattro anni, e prevede un costo complessivo (per il quale si chiede il
finanziamento) di 3.857.000 euro. «Si tratta» commenta l’assessore ai Lavori
pubblici Luciano Claut «di costi che sono fuori dalle disponibilità di
bilancio. Puntiamo perciò a un finanziamento attraverso l’utilizzazione della
quota di otto per mille dell’Irpef devoluta allo Stato». L'intervento è
urgente, in quanto sia l'integrità strutturale sia la parte architettonica
versano in condizioni critiche. «Il finanziamento richiesto» spiega Maniero
«consentirà un intervento di recupero sia dal punto di vista strutturale che
funzionale. Villa Levi Morenos si inserirà a pieno titolo nel circuito
turistico culturale della Riviera del Brenta, ospitando eventi culturali di
interesse anche nazionale». Il progetto preliminare è stato approvato dalla
giunta a fine 2003, ed è ora agli atti un progetto definitivo in attesa di
approvazione. La villa, che è di proprietà del Comune dal 1997, fu acquistata
per un milione e 478 mila euro. «Poiché il contributo attraverso l’otto per
mille non sarà semplice da ottenere» osserva l’assessore Claut «ci stiamo
attivando per due interventi che riguardano il magazzino della villa, in parte
crollato, e il tetto del corpo centrale, gravemente compromesso. Per il primo
puntiamo ad utilizzare un residuo di oltre 100mila euro di fondi Prusst, per il
secondo dovremo preventivare una spesa attorno agli 80mila euro».
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