E proprio il caso di dirlo che non siamo profeti in patria, ma fuori, molti fatti ci danno ragione.
Ricordate in campagna elettorale,quando proponevamo di promuovere un accordo Comune-Regione, per la possibile di avere in gestione le stazioni di Mira Buse e Marano, sottraendole all'abbandono e facendone centri di socialità che le nostre vivaci associazioni comunali sicuramente saprebbero trasformare in luoghi vivi e vitali? Lo abbiamo rilanciato anche durante la discussione in Consiglio sulle linee di mandato. La cosa non è stata granché badata. Oggi leggiamo che Vittorio Veneto ha avuto la nostra stessa idea (per una sua stazione ovvio) e l'ha portata a compimento (per i dettagli si legga qui http://www.renatochisso.it/index.php/2012/11/05/alla-comunita-di-vittorio-veneto-parte-della-stazione-ferroviaria-firmato-il-contratto-di-comodato-duso/). Lo abbiamo segnalato al Sindaco di Mira, sperando che stavolta capisca l'opportunità e promuova un accordo simile anche per Mira.
E poi sulla città metropolitana.... noi abbiamo sempre parlato di sfida, opportunità, occasione, il M5S di Mira ha risposto, come la Lega locale, con una chiusura ideologica, campanilistica, settaria, con una sorta di antivenezianità che non ci appartiene. Ebbene, intanto Verona cerca di creare con Vicenza una sua area metropolitana, capendo che, da domani, è meglio essere metropolitani che provinciali, mentre Padova e i suoi comuni circostanti e pure la Padana Treviso, rilanciano l'allargamento della città metropolitana, andando a rilanciare con forza la trentennale idea della PaTreVe, prendendo atto che la città metropolitana c'è già, ma senza governo e che stare in questo contenitore è un'opportunità, da costruire, certo, ma sempre opportunità. Questo ha, ovviamente, spiazzato quei comuni che hanno ben pensato di "fuggire altrove", rivelando la piccineria della loro classe di governo e, ancor più, dimostrato la scarsa lungimiranza di chi ha detto dei no velleitari e ipocriti.
Infine, ricordate il nostro ragionamento sulla necessità di superare la frammentazione rivierasca per costruire un soggetto comunale più forte, che con economie di scala sappia offrire un governo vero a questo territorio, rilanciarne le potenzialità, garantire servizi? Orbene, mentre qui si cincischia, in Polesine di fa, sovvertendo gli stereotipi sull'indolenza "meridionale". Un po' di comuni, Costa di Rovigo, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Fratta Polesine, Arquà Polesine, hanno iniziato un serio cammino per diventare una sola cittadina (sarà di 12mila abitanti, meno della nostra Oriago), che potrebbe chiamarsi Civitanova Polesine. Questo perché si sono resi conto che solo soggetti istituzionali di una certa dimensione possono davvero far fronte alle sfide odierne. Immaginate cosa potrebbe significare se un giorno fossimo cittadini di una sola città, magari una Villagranda di Brenta? Certo che se rimaniamo a guardarci l'ombelico....
Non è che sia il caso di presentare un'interpellanza in Consiglio comunale?
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