Sabato 12 Gennaio
2013
La Nuova Venezia
«Subito l’agenzia per lo sviluppo di Porto Marghera»
Confindustria
rilancia sulle aree dismesse da recuperare Pressing dell’assessore Bettin:
«Adesso si può ripartire»
di Gianni Favarato
MARGHERA «Ben venga la decisione di mettere in campo la
società mista di Comune, Regione ed Syndial per porre sul mercato le aree
dismesse da Eni a Porto Marghera. Ma se vogliamo che queste aree siano cedute a
imprenditori seri con credibili piani industriali e occupazionali è il momento
di coinvolgere le parti sociali». Anche il presidente di Confindustria
veneziana, Luigi Brugnaro, giudica positivo l’accordo raggiungo da Comune e
Regione per costituire una società mista «di scopo» e di indire un bando
europeo di manifestazioni di interesse all’acquisizione di 19 aree industriali
dismesse. Si tratta di un totale di 108 ettari di terreni disseminati a macchia
di leopardo nella Penisola della Chimica, racchiusa tra il canale Ovest e il
canale Sud. Tra queste aree ci sono i terreni dell’ex Clorosoda, quelli dell’ex
eliporto affacciata su via della Chimica; ma anche l’area che racchiude il
laghetto ornitologico, l’area delle “terre rosse” di Montedison, poi passata ad
Enichem e quindi a Syndial, l’area ex Ausidet (6 ettari nell’Isola Portuale);
l’area ex Sincron (3,8 ettari) e l’area ex Cpl-Mts (7 ettari). «Per garantire
che queste aree vengano utilizzate davvero per lo sviluppo di nuove iniziative
manifatturiere cariche di servizi e competenze è necessario che le istituzioni
coinvolgano le parti sociali» rilancia il presidente Brugnaro «al fine di
garantire nuove, effettive e credibili opportunità imprenditoriali e
occupazionali a Porto Marghera». Del resto basta ricordare le manifestazioni
d’interesse di fantomatiche cordate di finanzieri svizzeri ed arabi che
dicevano di voler acquisire e rilanciare gli impianti del cvm/pvc della Vinyls
e poi sono spariti . Per questo Brugnaro propone – in sintonia con le richieste
avanzate in proposito anche da Cgil, Cisl e Uil veneziane – la costituzione di
una vera e propria «Agenzia dello Sviluppo aperta a tutte le rappresentanze
imprenditoriali e ai sindacati dei lavoratori». Una sorta di agenzia di
“rating” che dovrà «vagliare preventivamente i piani industriali degli
imprenditori che si faranno avanti per verificare la loro affidabilità e
compatibilità in termini economici, occupazionali e ambientali». «Sia chiaro»
precisa il presidente di Confindustria «l’Agenzia dello Sviluppo che noi
proponiamo di realizzare al più presto, non vuole sovrapporsi e tantomeno è in
competizione con la società mista che Comune, Regione ed Eni hanno annunciato
di voler realizzare. Anzi, la nostra è una proposta molto concreta che punta a
mobilitare tutte le forze in campo con un’unico scopo: rilanciare Porto
Marghera con piani di sviluppo credibili a fronte della garanzia di procedure
di autorizzazione davvero più rapide e meno costose per chi vuole acquisire e
rilanciare le aree industriali abbandonate». Anche l’assessore comunale all’Ambiente,
Gianfranco Bettin, interviene per ribadire che anche lui ritiene «positivo e
importantissimo» l’accordo raggiunto da Comune di Venezia, Regione ed Eni
«perché crea le condizioni per collocare sul mercato le aree di Porto Marghera
con vincolo industriale e compatibili con l’ambiente a prezzi calmierati».
Bettin è anche d’accordo sul coinvolgimento di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria
ma aggiunge che anche il nuovo Governo «dovrà fare la sua parte, come ha fatto
a Taranto per l’Ilva, riconoscendo che l’area industriale di Porto Marghera è
strategica e che il suo risanamento e sviluppo vanno sostenuti con degli
opportuni investimenti pubblici».
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