domenica 13 gennaio 2013

Riparte Porto MArghera?

Non è più tempo di esitare, dobbiamo rilanciare davvero Porto Marghera
Sabato 12 Gennaio 2013

La Nuova Venezia

«Subito l’agenzia per lo sviluppo di Porto Marghera»

Confindustria rilancia sulle aree dismesse da recuperare Pressing dell’assessore Bettin: «Adesso si può ripartire»

di Gianni Favarato

MARGHERA «Ben venga la decisione di mettere in campo la società mista di Comune, Regione ed Syndial per porre sul mercato le aree dismesse da Eni a Porto Marghera. Ma se vogliamo che queste aree siano cedute a imprenditori seri con credibili piani industriali e occupazionali è il momento di coinvolgere le parti sociali». Anche il presidente di Confindustria veneziana, Luigi Brugnaro, giudica positivo l’accordo raggiungo da Comune e Regione per costituire una società mista «di scopo» e di indire un bando europeo di manifestazioni di interesse all’acquisizione di 19 aree industriali dismesse. Si tratta di un totale di 108 ettari di terreni disseminati a macchia di leopardo nella Penisola della Chimica, racchiusa tra il canale Ovest e il canale Sud. Tra queste aree ci sono i terreni dell’ex Clorosoda, quelli dell’ex eliporto affacciata su via della Chimica; ma anche l’area che racchiude il laghetto ornitologico, l’area delle “terre rosse” di Montedison, poi passata ad Enichem e quindi a Syndial, l’area ex Ausidet (6 ettari nell’Isola Portuale); l’area ex Sincron (3,8 ettari) e l’area ex Cpl-Mts (7 ettari). «Per garantire che queste aree vengano utilizzate davvero per lo sviluppo di nuove iniziative manifatturiere cariche di servizi e competenze è necessario che le istituzioni coinvolgano le parti sociali» rilancia il presidente Brugnaro «al fine di garantire nuove, effettive e credibili opportunità imprenditoriali e occupazionali a Porto Marghera». Del resto basta ricordare le manifestazioni d’interesse di fantomatiche cordate di finanzieri svizzeri ed arabi che dicevano di voler acquisire e rilanciare gli impianti del cvm/pvc della Vinyls e poi sono spariti . Per questo Brugnaro propone – in sintonia con le richieste avanzate in proposito anche da Cgil, Cisl e Uil veneziane – la costituzione di una vera e propria «Agenzia dello Sviluppo aperta a tutte le rappresentanze imprenditoriali e ai sindacati dei lavoratori». Una sorta di agenzia di “rating” che dovrà «vagliare preventivamente i piani industriali degli imprenditori che si faranno avanti per verificare la loro affidabilità e compatibilità in termini economici, occupazionali e ambientali». «Sia chiaro» precisa il presidente di Confindustria «l’Agenzia dello Sviluppo che noi proponiamo di realizzare al più presto, non vuole sovrapporsi e tantomeno è in competizione con la società mista che Comune, Regione ed Eni hanno annunciato di voler realizzare. Anzi, la nostra è una proposta molto concreta che punta a mobilitare tutte le forze in campo con un’unico scopo: rilanciare Porto Marghera con piani di sviluppo credibili a fronte della garanzia di procedure di autorizzazione davvero più rapide e meno costose per chi vuole acquisire e rilanciare le aree industriali abbandonate». Anche l’assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Bettin, interviene per ribadire che anche lui ritiene «positivo e importantissimo» l’accordo raggiunto da Comune di Venezia, Regione ed Eni «perché crea le condizioni per collocare sul mercato le aree di Porto Marghera con vincolo industriale e compatibili con l’ambiente a prezzi calmierati». Bettin è anche d’accordo sul coinvolgimento di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria ma aggiunge che anche il nuovo Governo «dovrà fare la sua parte, come ha fatto a Taranto per l’Ilva, riconoscendo che l’area industriale di Porto Marghera è strategica e che il suo risanamento e sviluppo vanno sostenuti con degli opportuni investimenti pubblici».


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